Lettere da Auschwitz

Busta contenente lettera spedita da Auschwitz

Prima che il lettore si dedichi alla lettura delle lettere è opportuno, in questa sede, dare un quadro generale dell’organizzazione del sistema postale del lager, di quando e come esso sia sorto e di come sia cambiato nei suoi cinque anni di vita.
Iniziamo col dire che nel KL di Auschwitz esisteva, sin dal 1940, un vero e proprio ufficio postale, questo edificio di un piano, costruito in legno, era situato nel Blockführerstube a sinistra proprio davanti all’ingresso principale del KL Auschwitz I ad Oświęcim.
Questo ufficio gestì tutta la corrispondenza dei campi di Auschwitz I e Auschwitz II-Birkenau sino al 1943, quando un apposito ufficio venne aperto nel campo di Auschwitz II-Birkenau, nell’edificio del Blockführerstube nella sezione Bib.

 Tuttavia anche in altri campi erano presenti degli uffici postali: Auschwitz III-Monowitz e in alcuni dei sotto-campi, ma generalmente essi servivano solo a raccogliere le lettere per inviarle al campo principale da venivano successivamente spedite.
Negli uffici postali del lager lavoravano le SS che avevano il compito di smistare, inviare, ricevere le lettere dei prigionieri e sopratutto di censurare ed eliminare le parti delle lettere non ritenute consone, perché magari rivelavano informazioni sulla vita nel campo, coprendole con un tratto di matita copiativa od addirittura tagliandone le parti incriminate.

Non sappiamo quante SS lavoravano nell’ufficio postale; Franciszek Targosz, sopravvissuto ad Auschwitz, nella sua testimonianza dopo la guerra ha elencato i nomi di 10 uomini delle SS responsabili della censura delle lettere inviate e ricevute dai detenuti.
Nel 1940, alla nascita del campo di Auschwitz, i primi prigionieri polacchi usavano buste pre-stampate con all’interno semplici fogli di quaderno su cui scrivere.

Esisteva inoltre un modulo proveniente dal campo di Sachsenhausen. Successivamente furono introdotti dei formulari che provenivano dal campo di Dachau.
Nell’autunno dello stesso anno fu aperta una tipografia, dove venivano stampate lettere e cartoline, uguali fra loro.

Inizialmente la tipografia si trovava nei locali dell’ex monopolio del tabacco polacco e successivamente nel 1943 fu trasferita nei locali dei magazzini delle SS (SS-Unterkunft).
Fra il 1942 e il 1943 i prigionieri iniziarono ad usarle e, nel settembre del 1942, le prigioniere donne iniziarono ad usare delle specifiche “postcards”: cartoline con la dicitura FKL Auschwitz (campo di concentramento femminile di Auschwitz).

Nel 1944 fece la sua comparsa un tipo di foglio composto da due pagine uguali.
A partire dal 1942 sino alla liberazione nei campi di Auschwitz, Monowitz e Dachau furono usati gli stessi moduli pieghevoli prestampati.

Pur esistendo degli esempi di lettere dai vari sottocampi, queste sono molto rare e generalmente portano il nome del sottocampo di provenienza  ma solitamente venivano inviate al campo principale per essere spedite.


Possiamo quindi elencare come segue gli strumenti con cui i prigionieri (soprattutto polacchi) potevano comunicare fuori dal lager (gli ebrei e i prigionieri russi non potevano ne scrivere ne ricevere lettere o pacchi):

1) buste prestampate
2) lettere per l’uso all’interno delle buste, cioè carta da scrittura, che aveva testo e campo prestampati
3) lettere piegate prestampate
4) cartoline anch’esse prestampate.

Sia sulle cartoline che sui moduli delle lettere era impresso il regolamento del campo che indicava le norme da seguire in materia di lettere e pacchi.

In esso si leggeva, tra l’altro, che “era vietato inviare cibo ai detenuti, dato che essi potevano acquistare ciò di cui avevano bisogno nel campo”. 

Si trattava di un cinico tentativo, da parte dei nazisti, di ingannare il mondo esterno e nascondere il fatto che i prigionieri erano affamati e denutriti.

 A causa del peggioramento della guerra al fronte e della necessità di trarre il massimo beneficio dal lavoro degli internati, ha indotto le autorità delle SS a sospendere il divieto di inviare pacchi alimentari a coloro che erano detenuti, attraverso una direttiva del 29 ottobre 1942.
Di tale concessione hanno beneficiato solo quei prigionieri le cui famiglie potevano permettersi di inviare loro dei pacchi.
Ai prigionieri sovietici, agli ebrei e a coloro i quali le famiglie erano in territorio liberato dall’occupazione tedesca era negata tale possibilità.
Dopo l’autunno del 1942 non vi fu limite alcuno alla quantità di pacchi alimentari che potevano essere inviati ad Auschwitz.

Sicuramente questo cibo ha salvato una parte della popolazione del lager dalla fame, ma non ha aiutato tutti, in particolare gli ebrei.

A partire dal 1943 oltre ai pacchetti inviati dalle famiglie, sono iniziati ad arrivare ad Auschwitz i pacchi della Croce Rossa Internazionale indirizzati nominalmente ai singoli prigioni, i quali dovevano confermarne il ricevimento tramite un’apposita ricevuta da restituire mittente.
Le lettere, sia inviate che ricevute dai prigionieri polacchi, sono tutte scritte in tedesco: lingua obbligatoria per facilitare il compito dei censori.
Ogni lettera era contrassegnata da un timbro che indicava l’intervento del censore.

Talvolta essi strappavano sinanco i francoboli per accertarsi che non vi fossero messaggi scritti sotto i francobolli stessi.

Generalmente i prigionieri polacchi e i loro familiari non conoscevano il tedesco, perciò le lettere venivano scritte da quei prigionieri che conoscevano la lingua e che gratuitamente o dietro compenso di sigarette, cibo, ecc si incaricavano di scrivere o leggere le lettere.
Nella nostra collezione spesso infatti la corrispondenza di uno stesso prigioniero ha diversa grafia, questo naturalmnete ha comportato notevole difficoltà per la trascrizione e traduzione ad opera del nostro traduttore.

Le lettere riportate sono prevalentemente di prigionieri polacchi, a volte sopravvissuti, a volte morti per inedia, malattie, esperimenti pseudo-scientifici o uccisi per mano delle SS.

Esse rappresentano una testimonianza viva, fedele, commovente e al contempo cinica e drammatica della vita nel campo di concentramento di Auschwitz.

Segue…