
Berlino 1 Settembre 1939, lo stesso giorno in cui i tedeschi iniziano l’invasione della Polonia, che tanta morte e distruzione ha portato nel paese europeo, Hitler autorizzò il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt ad avviare il famigerato programma eutanasia indicato con nome di AKTION T4, con le seguenti parole:
“Il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt sono incaricati, sotto la propria responsabilità, di estendere le competenze di alcun medici da loro nominati, autorizzandoli a concludere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l’umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia”.
Alkoven, Austria Superiore, 2 novembre 2018, quello che ci troviamo dinnanzi è un bel castello rinascimentale, il Castello di Hartheim, in lingua tedesca Schloss Hartheim ma chè fu anche il luogo dove fra il 1940 e il 1944 si è realizzato uno fra i più terribili ed inquietanti programmi progettati e realizzati dai nazisti, tristemente passato alla storia con il nome di Aktion T4.
Qui furono uccise circa 30.000 persone fra disabili fisici, malati mentali ed individui affetti da malattie incurabili. Successivamente furono qui assassinati anche i prigionieri giudicati ormai inabili al lavoro provenienti dai lager di Mauthausen, Gusen, Dachau, Ravensbrück e da altre località. Si stima che il numero di vittime al termine dell’intero programma fosse di circa 70.000 persone.

A gestire questo luogo, come gli altri “istituti di cura“ dove si praticava l’eutanasia, erano zelanti medici e psichiatri dediti, nel nome dell’eugenetica, ad uccidere senza remore migliaia di persone.

Il programma T4 era profondamente radicato nell’ideologia nazista atta a salvaguardare la “pura razza ariana”. Furono infatti proprio gli intellettuali degli anni trenta del ‘900 a fornire le basi ideologiche e le motivazioni razziali ed economiche delle politiche nazionalsocialiste. Ciò che essi teorizzarono e che successivamente troverà la sua espressione pratica in luoghi come questo fu l’idea, o meglio la “necessità”, di eliminare dalla società tedesca tutti gli individui la cui vita fosse considerata “indegna di essere vissuta” e che rappresentavano un peso e per le famiglie che dovevano farsene carico e per la società in generale: vite improduttive, vite costose che pesavano sull’economia del popolo.

Le famiglie pertanto venivano convinte con la menzogna ad affidare i loro cari a tali strutture assicurandole che qui i loro congiunti avrebbero trovato le cure di cui necessitavano, purtroppo nel giro di qualche tempo ricevevano la notizia che essi erano venuti a mancare a causa, quasi sempre, di una “polmonite”. E’ inquietante pensare come la profonda nazificazione dei medici ad opera del regime abbia incontrato pochi ostacoli nell’attuazione di questo terribile programma se non per la sparuta opposizione di alcuni sacerdoti cattolici e di alcuni pastori protestanti.

Essere qui per noi oggi significa continuare il nostro percorso nella storia non solo dei campi di concentramento e sterminio durante la seconda guerra mondiale ma anche di tutti gli altri luoghi che furono teatro della barbarie nazista.

Essere qui oggi ed incontrare Irene Zauner-Leitner, dal 2007 direttrice del Memoriale Schloss Hartheim, significa ancora una volta non dimenticare!
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