Theresienstadt: “Un regalo del Fuhrer”

  Il nostro lavoro di documentazione fotografica su ciò che rimane ad oggi dei campi di concentramento e sterminio nazisti riprende in un torrido inizio di luglio ed il primo luogo che decidiamo di visitare è l’ex Ghetto di Terezin nella Repubblica Ceca.   Scendiamo nella vicina cittadina Litoměřice anch’essa, ci viene spiegato da una gentilissima dipendente dell’ufficio del turismo, non priva di “eredità” naziste e così ci ritroviamo a visitare, praticamente da soli, dei sotterranei della cittadina,

IMG_3422-2
Sotterranei a Litoměřice

dapprima usati dai tedeschi come fabbriche di laterizi e dopo la seconda guerra mondiale dai russi come siti di stoccaggio di materiale nucleare.

IMG_3431-2
Fusti di materiale radioattivo

La storia non ha davvero fatto sconti a questo luogo, che oggi si presenta tranquillo e soleggiato, visitato dai turisti che qui giungono con le crociere fluviali per recarsi, come noi, nella vicina Terezin nata nell’ottocento come fortezza, poi ghetto e campo di concentramento nazista. Theresienstadt è un lager diverso altri campi è, era, una intera cittadina ed infatti la visita che inizia alla Piccola Fortezza continua in luoghi che distano almeno un paio di chilometri da essa. Ma andiamo con ordine:  Theresienstadt fu costruita a partire dal 1870 per volere dell’imperatore d’Austria Giuseppe II d’Asburgo-Lorena che le diede il nome di Teresinestadt in onore della madre, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Lo scopo era quello di proteggere Praga dagli attacchi Prussiani da Nord.

_I5I8387
Entrata alla Piccola Fortezza

La città fortezza venne edificata in due parti, questo il motivo per cui ancor oggi vi sono alcuni chilometri da percorrere per visitarla a differenza degli altri campi che venivano regolarmente cinti con filo spinato e che si trovavano quasi sempre nei pressi di una via ferroviaria che qualora non vi fosse già spesso veniva costruita dai nazisti. La Piccola Fortezza e la Grande Fortezza distano circa un km l’una dall’altra. Anche qui come nella maggior parte dei lager campeggia all’entrata la scritta “Arbeit Mach Frei” tuttora visibile all’interno del campo.

A64A0D45-595A-437F-881D-A9701FA5594A.jpg
Arbeit Macht Frei

Circa 144,000 furono gli ebrei imprigionati di cui 33,000 morirono a causa delle condizioni sanitarie gravemente insufficienti, dalla fame e dal trattamento disumano. Si stima che circa 88,000 persone furono deportate al campo di Auschwitz per esservi poi uccise nelle camere a gas. Ma Terezin è stata sede di una storia particolare, essa doveva rappresentare la “Città Modello” destinata agli ebrei e per questo fu uno dei luoghi della propaganda nazista. Qui vennero imprigionati moltissimi personaggi famosi, fra cui ricordiamo l’attore e regista Kurt Gerron, tedesco di origine ebrea che per volere del comandante Karl Rham, girò un film di propaganda dal titolo Il Fuhrer regala una città agli ebrei”. Ricordiamo il bel romanzo edito da Einaudi di Charles Lewinsky “Un regalo del Fuhrer”:

E’ stato gentile con me, e questo mi fa paura… Mi ha detto “Senti Gerron!” e non “Senti ebreo”. E’ pericoloso quando uno come Rahm sa il tuo nome. – Senti , Gerron, – ha detto, – ho un incarico da darti. Devi girare un film per me… Poi mi ha spiegato che tipo di film doveva essere. Mi sono spaventato.”

(Charles Lewinsky, un regalo del Fuhrer, Einaudi; pag.3-4).                                                         Il film, in quanto strumento di propaganda da mostrare all’estero avrebbe dovuto smentire le voci dei maltrattamenti subiti dagli ebrei. Tutti coloro che parteciparono alla sua realizzazione furono poco dopo terminate le riprese deportati ad Auschwitz. Kurt Gerron e la moglie Olga furono assassinati ad Auschwitz il 30 ottobre 1944. Le uccisioni nelle camere a gas cessarono di lì a tre giorni. Il campo fu anche oggetto di un “programma di abbellimento” in occasione delle visite delle delegazioni della Croce Rossa Internazionale, vennero scartate le persone malate e magre,e tutte le altre compresi i bambini vennero usati come delle comparse con il solo scopo di far vedere quanto gli ebrei stessero bene in quel luogo pulito e ordinato, in esso però col proseguire della guerra le condizioni divennero drammatiche ed inumane tanto quanto negli altri lager, fra l’altro vennero volontariamente diffuse varie epidemie di malattie infettive, fra cui il tifo. IL campo fu liberato dai Russi nella primavera del 1945 ed il suo comandante è stato impiccato in loco. Per noi l’emozione è forte, questo è uno di quei luoghi di cui abbiamo tanto letto e su cui ci siamo ampiamente documentati. Incontriamo l’attuale direttore della struttura museale, il dott. Jan Roubinek che ci accoglie e a cui parliamo

430D10E3-21DC-4E7F-932C-CFE70E785985
Il dott. Jan Roubinek direttore del museo del lager di Theresienstadt.

del nostro lavoro e dei nostri progetti sia fotografici che letterari che coinvolgeranno anche questo luogo.

1 pensiero su “Theresienstadt: “Un regalo del Fuhrer””

I commenti sono chiusi.